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ARTURO SCHWARZ

 

Fondazione Mudima presenta il numero 17 della rivista

“La Scuola delle Cose”

interamente dedicato ad Arturo Schwarz nel centenario dalla sua nascita

a cura di Giorgio Bedoni, Gino Di Maggio, Federica Motta, Domenico Pertocoli

 

Presentazione

mercoledì 4 dicembre 2024

 

Quest’anno, 2024, Arturo Schwarz avrebbe cento anni, essendo nato ad Alessandria d’Egitto il 3 febbraio 1924. Ci ha lasciati il 23 giugno 2021.

Una vita lunga e intensa, la sua, certamente tribolata ma anche ricca di soddisfazioni. Nato in una famiglia ebraica, studiò a Oxford e alla Sorbona. Ateo, anarchico e militante della Quarta Internazionale, in Egitto fu imprigionato e torturato a causa della sua attività politica sovversiva fino al 1949, quando poté trasferirsi in Italia, stabilendosi a Milano.

Qui aprì una casa editrice che pubblicò tra l’altro opere di Lev Trotskij, attirandosi le ire del Partito comunista di Togliatti. Scrisse numerosi saggi su André Breton, Marcel Duchamp, i surrealisti e i dadaisti, l’anarchia, la kabbalah, il tantrismo, l’alchimia, l’arte preistorica e tribale, la filosofia e l’arte asiatica.

Dal 1954 nella sua libreria milanese, trasformata nel 1961 in galleria (attiva fino al 1975), presentò e fece conoscere gli artisti più importanti delle avanguardie storiche (in particolare dadaisti e surrealisti) e del secondo dopoguerra.

Questo numero della rivista propone un ricordo di Gino Di Maggio, fraterno amico di Arturo Schwarz, che ne rievoca la grande mostra presso la Fondazione Mudima nel 1995, i rapporti di Domenico Pertocoli con “l’ultimo surrealista, anarchico e trotskista”, un’intervista inedita registrata nella sua casa milanese nel 2012 da Giorgio Bedoni e Federica Motta: una lunga conversazione per parlare con Schwarz della sua amicizia con Breton, sull’attualità dello sguardo surrealista a cento anni dalla pubblicazione del primo manifesto del movimento, sui temi del sogno e dell’immaginazione, sulle intuizioni di un gruppo che andavano oltre la dimensione estetica, sul rapporto tra le avanguardie e l’arte nata in scenari non ufficiali, quella poi chiamata art brut, già apprezzata da Breton prima ancora che da Jean Dubuffet.

 

Inaugurazione della mostra della collezione di Arturo Schwarz alla Fondazione Mudima, Milano, febbraio 1995. Photo Fayçal Zaouali

 


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