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Jenő Lányi

 

Vita e opere di uno storico dell’arte degli anni ’30 tra cultura mitteleuropea e italiana (titolo provvisorio)

 

di Martina Medolago

 

Traduzione dall’originale tedesco di Andreina Mancini

 

Fotografo anonimo, “Gino Malenotti e Jenö Lányi (a sinistra) sulle impalcature del Campanile di Giotto a Firenze”, 1935 circa, da: Archivio Fotografico Toscano, n. 20, 1994, p. 13.

 

 

Il piccolo ma significativo lavoro dello storico dell’arte ungherese Jenő Lányi (nato a 1902 a Várna, Ungheria 1 – morto il 18 settembre 1940 al largo delle coste inglesi nell’affondamento della nave “City of Benares”), che si è concentrato principalmente sulla scultura italiana del Rinascimento, ha influenzato la ricerca storico-artistica del Novecento.

I suoi studi hanno inciso in particolare sulle successive pubblicazioni sulla scultura italiana del Quattrocento e sulle idee degli storici d’arte contemporanei. Lányi era considerato dai suoi contemporanei un intellettuale di altissimo livello e ancora oggi è ritenuto una personalità importante nella storia della critica d’arte.

Nel 1920 Jenő Lányi conseguì la maturità a Budapest. A causa della legge XXV dello stesso anno, che limitava drasticamente l’ammissione degli ebrei all’Università di Budapest, studiò storia dell’arte, storia e archeologia a Vienna. Nel 1924 ottenne il dottorato a Monaco di Baviera.  Tra il 1929 e il 1932 lavorò come assistente di ricerca non retribuito presso i musei statali di Berlino, il Kupferstichkabinett e il Deutsches Museum.

Dal 1932 si dedicò alla ricerca sulla scultura italiana del Quattrocento e frequentò regolarmente l’Istituto tedesco di storia dell’arte di Firenze, dove conobbe importanti storici dell’arte e intellettuali, nonché la sua futura moglie, Monika Mann (figlia di Thomas Mann).

A causa delle sue origini ebraiche, Lányi fu costretto a lasciare l’Italia nel 1938, fuggendo a Zurigo e poi a Londra, dove continuò le sue ricerche e tenne conferenze di successo al Warburg Institute e all’Art Workers Guild. Jenö Lányi morì nel 1940 quando la nave che avrebbe dovuto portare lui e la moglie in Canada fu silurata da sottomarini tedeschi al largo delle coste inglesi.

Il suo materiale di ricerca, inviato separatamente negli Stati Uniti, poté essere salvato. Fu consegnato allo storico dell’arte Horst W. Janson, che probabilmente lo aveva incontrato a Firenze nell’estate del 1938. Sulla base di questi documenti, Janson pubblicò nel 1957 una fondamentale monografia su Donatello.

L’importante contributo di Jenö Lányi alla storia dell’arte europea non è stato ancora sufficientemente approfondito dalla ricerca, sebbene le sue opere e i suoi studi siano regolarmente citati nella letteratura sulla scultura del Quattrocento.

La ricerca si propone di inquadrare la figura di Jenö Lányi nella storia culturale europea e la sua influenza, analizzando il suo ruolo sia come storico dell’arte che come intellettuale e compagno di vita di Monika Mann.

A questo scopo, la vita e l’opera di questo importante intellettuale poliglotta ungherese, pienamente integrato nella cultura mitteleuropea e poi italiana, saranno ricostruite tenendo conto delle difficili condizioni storiche e sociali legate alle sue origini ebraiche.

Un contributo originale al raggiungimento di questi obiettivi è costituito da un corpus di lettere private tratte dalla corrispondenza di Jenö Lányi con la famiglia, che finora non è stato pubblicato. Si tratta di 105 lettere e 7 cartoline inviate alla madre a Budapest.  Sono scritte per lo più in ungherese, alcune in tedesco e in inglese, e coprono il periodo 1936-1940.

Su queste lettere sono presenti anche alcune postille, appunti e note a margine di Monika Mann in tedesco. Le lettere contengono informazioni sulla famiglia, ma anche commenti sul suo lavoro.

Esse rivelano il carattere di Jenö Lányi, gli interessi, i viaggi, le amicizie e i rapporti con Monika Mann e la sua famiglia, nonché le sue maggiori preoccupazioni. Sono delineati anche i suoi interessi letterari e musicali.

 


Note

  1. Oggi Varin, in Slovacchia.

Di admin

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