Bottega di Pacino di Buonaguida
(Attiva dalla fine del sec. XIII al IV decennio del sec. XIV)
Secolo XIV, inizi
Libro Corale segnato Antifonario diurno dalla Domenica di Avvento alla Quaresima
da:
Empoli, Museo della Collegiata, di Annamaria Giusti, Calderini Bologna, 1988
Ms. membranaceo con legatura in pelle su assi di legno, e borchie metalliche su fronte e tergo, cm 41 x 31.
Carte 266 (cc. 1 + 1 di guardia, recenti).
Scrittura gotica, rubriche e titoli in rosso, sistema di otto tetragrammi. Numerazione antica in numeri romani, procede con qualche errore da I a CCXXXIII.
La decorazione miniata a costituita da 4 iniziali istoriate e 38 decorate, in discreto stato di conservazione seppur con alcune cadute di colore, particolarmente nelle istoriate.
Le istoriate sono alle cc.:
3v. A (Ad te levavi animam): Redentore benedicente, David ed un santo in preghiera, cm 14,5 x 13.
Nel fregio marginale, stemma con leone rampante a strisce nere e bianche su fondo rosso. 148r.
R (Resurrexi et adhuc): Resurrezione, cm 11 x 9. Fregio foliato su due margini. 173v.
V (Viri galilei): Ascensione, cm 9,5 x 8. Fregio foliato su due margini. 178r.
S (Spiritus Domini): Pentecoste, cm 12 x 11.
Le iniziali decorate, tutte con ornamentazione interna ad ampi fogliami e fregi terminali, sono di dimensioni medie e grandi e si trovano alle cc. 3v, 5r, 7r, 16v, 19r, 21r, 23v, 25v, 28v, 30v, 40v, 66v, 79r, 93r, 115r, 161v, 163r, 164v, 166v, 168v, 175r, 200r, 202r, 203r, 204v, 206r, 209r, 210r, 211r, 212v, 213v, 219r, 220v, 222r, 225r, 227r, 229r, 243r.
Citato dal Carocci (1894) e quindi dal Bucchi (1916) come lavoro quattrocentesco, il corale è stato giustamente ricondotto dal Boskovits (1984) all’ambito della prolifica bottega miniatoria del fiorentino Pacino di Buonaguida e assegnato al primo decennio del ‘300.
E in effetti confacente al corale di Empoli una datazione piuttosto precoce nel contesto dell’attivita di Pacino, che si protrasse sino al quarto decennio del secolo, per la persistenza di moduli decorativi e formali ancora legati alla tradizione duecentesca della decorazione libraria.
D’altronde anche nelle miniature più antiche di Pacino trova già compiuta formulazione il suo precipuo linguaggio miniatorio, che pur negli aggiornamenti giotteschi e negli arricchimenti gotici dei decenni successivi si manterrà fedele a criteri di duttile semplificazione formale e di umorosa vivacità narrativa, nell’intento di fornire una piana ed efficace «illustrazione» del testo scritto.
Almeno dal secolo scorso il corale faceva parte del corredo liturgico della Collegiata, ma non è accertabile se fosse questa la sua originaria destinazione.
Lo stemma ripetuto per due volte nel fregio della prima carta a quello della famiglia empolese dei Del Vigna, che dovettero essere i committenti del codice.