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NOTE STORICO-BIOGRAFICHE

a cura di

Paolo Gaccione e Massimo Chicca


1884

Dante Vincelle nasce a Firenze da famiglia di origine francese.

1885

Nello Alessandrini nasce ad Empoli.

1907

Cafiero Tuti nasce ad Empoli il 17 di marzo.

1911

Mario Maestrelli nasce ad Empoli. Il 26 agosto dello stesso anno sempre in Empoli nasce Amleto Rossi.

1917

Sineo Gemignani nasce a Livorno.

1921

Nello Alessandrini partecipa alla mostra « Fiorentina Primaverile  » con il  quadro « Il Germoglio ».

Il pittore aveva studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, alla scuola di pittura del prof. De Carolis, « allora insegnante e profeta a Firenze dei tardi entusiasmi costiani ».

Di questo periodo fiorentino è l’incontro con il pittore Spadini e con il fucecchiese Arturo Checchi.

L’opera « Il ponte vecchio » del pittore Dante Vincelle viene accettata alla Biennale Romana (Esposizione nazionale di belle arti nel cinquantenario della capitale); avvenimento importante che segna la decisione di Vincelle per intraprendere la carriera artistica. Va detto che Vincelle, fino a quel momento, aveva lavorato come maestro vetraio e che, dilettante ed autodidatta, si era dedicato alla pittura.

1924

Nello Alessandrini espone alla « Promotrice » di Torino; nello stesso anno anche alla « IV mostra di arte regionale Toscana » a Firenze.

1926

Cafiero Tuti si diploma all’Istituto d’Arte fiorentina di « Porta Romana ».

1927

Alessandrini partecipa alla « Esposizione Nazionale dell’Accademia di Brera ». Una sua opera viene acquistata dalla Società di Belle Arti di Milano.

1928

In questo anno si tiene la « Prima Mostra Circondariale d’Arte della Città di Empoli », inaugurata dalla Regina Elena ed organizzata dal Sindacato Regionale dell’Arte del Disegno. « Era presente Arturo Checchi con l’opera « le Marie », premiato al concorso « Ussi » e con « La madre » e la « Testa di S. Sebastiano » e con delle acqueforti; l’altro ospite Mario Moschi (scultore) presentava delle medaglie. Apriva la schiera degli empolesi Nello Alessandrini, già allora salutato come iniziatore, un capo-scuola, seguito da Cafiero Tuti nella sua doppia attività di pittore ed incisore. Carmignani aveva dei paesaggi e così pure C. Lensi; Giovanni Lo Castro era presente con delle nature morte, Rina Cantini faceva coppia con Bianca Minucci di Firenze.

Fernando Reitz, Luigi Morelli, Duilio Borgioli, Quirino Falorni, Giulio Mori, Dino Cioli, Raffaello Ancillotti, Sirio Lopez, Renato Del Rosso, Giovanni Nannelli, Angelo Vezzosi, Antonio Sensi, Eusebio Iserani, Torello Bandinelli si impegnavano nel paesaggio, con qualche breve puntata sulla figura. Vincelle era presente con una impegnativa parete.

Le opere di plastica erano dovute ad Antonio Sensi, ad Arturo Lensi, a Quirino Giani e Giulio Mori. Anche l’artigianato artistico era rappresentato alla esposizione dell’ex palazzo militare « Francesco Ferrucci », (il casermone) per il lavoro di Aldo Mari e di Angiolo Beni ». (Cfr. « l’Illustrazione Toscana », anno IV, N. 10 – ottobre 1928 articolo di Tommaso Fracassini). Ad Alessandrini venne assegnata la medaglia d’oro ed una sua opera venne acquistata dalla Regina. Egli partecipa inoltre, per la seconda volta alla « Promotrice » di Torino.

Mario Maestrelli si diploma quest’anno presso l’Istituto d’Arte di Porta Romana. Negli anni a cavallo del 1930, in una piccola stanza nell’orto di Maestrelli, adibita a studio, si incontravano alcuni giovani amici e pittori empolesi, questi erano il giovanissimo Gemignani, Masi, Simoncini, Pietro Tognetti e Virgilio Carmignani.

1929

Nello Alessandrini partecipa al V Concorso « USSI » a Firenze.

Il Gemignani comincia a lavorare presso il pittore Virgilio Carmignani. Scrive Sineo Gemignani:

« verso gli anni 1929-30 fui affidato, benché ragazzo, alle dipendenze di un giovane « maestro », il Carmignani. A quei tempi, salvo rare eccezioni, ognuno di noi alternava il lavoro allo studio e non per hobby. Mi erano diventati  amici  il  ferrigno  Tognetti,  allora « famoso »  per  le  sue  esercitazioni dall’« Aurora » del Reni, il « genio » muratore-pittore Mario Maestrelli e il pittore-meccanico Ghino Baragatti; conobbi pure a quei tempi l’artista maestro-vetraio Dante Vincelle ed il prof. Nello Alessandrini. In quegli anni verdi, dopo le fatiche scolastiche, quanti sottoscala, quanti oscuri bugigattoli e quanti battiscopa ho tinteggiato!

L’équipe capeggiata da Carmignani e composta da me, Maestrelli, dal Tognetti e saltuariamente da altri amici, ogni domenica pomeriggio, dalle 14 in poi, si riuniva per dipingere nature morte, fiori e figure; in quest’ultimo caso fungeva da modello qualche malcapitato innocente, ignaro delle sottili torture della « posa » o qualche appassionato che era ben felice di offrire all’arte un piccolo olocausto.

Ovviamente l’autorevole maestro, di pochi anni maggiore di noi e liberamente scelto, ci trasmetteva la sua passione per Masaccio, Velasquez, Goya, Spadini, senza far mancare le necessarie puntate su Renoir, sui « nostri macchiaioli », su Ensor e Kokoschka e sul Soffici delle « scoperte e massacri », citato « paragrafo per paragrafo ».

(Cfr. catalogo « Mostra retrospettiva di Sineo Gemignani » – Empoli, giugno 1974)

1930

Alessandrini è ammesso tra i pochi prescelti, alla XVII Biennale d’Arte Internazionale di Venezia.

Allestisce in seguito una mostra personale al « Giornale d’Arte di Milano ».

 1931

Dante Vincelle allestisce una personale alla galleria fiorentina « Mayo ». Nello Alessandrini espone alla mostra del Sindacato Toscano. Cafiero Tuti, dopo aver insegnato a Cascina e Volterra, ottiene la cattedra di pittura al liceo artistico di Ravenna.

« Tuti si trovò a vivere il tonalismo di Morandi sul vero, nei persi orizzonti marini, negli abbandonati capanni delle spiagge »,. (Cfr. Dilvo Lotti – « Empoli » – 1 settembre 1964).

A Ravenna, Tuti gravita attorno all’ambiente di Morandi, con il quale avrà frequenti contatti.

1932

Alessandrini partecipa all’Esposizione di Montecatini; allestisce una personale di 81 opere ad Empoli.

Dante Vincelle contrariato dagli insuccessi locali e dalla aperta incomprensione per il suo lavoro artistico, decide di proporre le sue opere al pubblico ed alla critica parigina.

1933

Vincelle espone alla galleria parigina « Carmine » trenta dipinti e disegni. L’esposizione   ottiene  molto  successo,   critici  come  André   Warnod   su « Commedia »,  Vanderpyl in  « Petit parisien  »  dedicano all’arte del pittore importanti articoli.

« … cette fois, il présente ici ses toiles les plus récentes. Ce peintre est un indépendant, et les moyens d’exprimer ce qu’il voit lui sont bien personnels. Ses couleurs sont belles, sa composition est vaste, la luminosité et recherche du détail font songer à Breugel le Vieux et à Patenir. De plus, Dante Vincelle a une très grande qualité, il est sincère. »                                                                                                                                      (traduzione in note)

 Nello Alessandrini partecipa alla II Mostra Interregionale d’Arte del Sindacato Toscano.

Dal ’30 al ’40 Cafiero Tuti collabora alle riviste: il « Selvaggio » di Mino Maccari e l’Universale con disegni e xilografie.

1934

Nello Alessandrini allestisce una personale alla « Società di Belle Arti » di Firenze con 38 opere.

1936

E’ l’anno della II Mostra circondariale d’arte della città di Empoli. Espongono i pittori Cafiero Tuti, Nello Alessandrini, Arturo Checchi, Ghino Baragatti, Amleto Rossi, Piero Sedoni, Dilvo Lotti, Dante Vincelle. Mario Maestrelli espone una serie di autoritratti. ln un articolo su un giornale fiorentino Ardengo Soffici, recensendo la mostra, elogia particolarmente quest’ultimo.

Alessandrini espone alla II Quadriennale d’Arte a Roma.

1936

Amleto Rossi si diploma all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze.

Cafiero Tuti partecipa a Ravenna alla II Mostra d’Arte Moderna del sindacato fascista delle belle arti. Viene inoltre invitato a partecipare alla XX Biennale Internazionale d’Arte a Venezia.

Tuti è presente anche alla XXI edizione della Biennale di Venezia con un affresco sul tema le « Ricerche ».

Mostra personale di Dante Vincelle al « Salon des Indépendants ». Segue una mostra al « Gran Salon des Tuileries. Allestisce altre mostre a Nizza ed a Tolone.

Nello Alessandrini partecipa al Premio « USSI ».

Si tiene quest’anno la III Mostra circondariale d’Arte della città di Empoli, annessa alla mostra « delle attività empolesi ».

Accanto alle ormai mature personalità della scuola locale figurano i nuovi: Paolo Mazzoni con xilografie e sculture; Fucini e Gemignani, Baragatti e Mario Maestrelli.

Nello stesso anno viene allestita la « Mostra d’Arte di San Miniato », nel convento di S. Chiara. A Lorenzo Viani venne riservata una sala; vi parteciparono pittori come: Rossi, Conti, Vagnetti, Romanelli, Chiappelli e Parigi. Tra gli empolesi erano presenti: Carmignani,    Mazzoni   e  Fucini; Maestrelli  esponeva un « autoritratto ».

1940

Alessandrini, Fucini e Baragatti sono tra i vincitori dei concorsi per l’affresco nella « Biennale di Venezia ».

Nello Alessandrini espone al « Premio Cremona ».

1942

Dante Vincelle rientra in Italia. Espone alla galleria « Rotta » a Genova. I successi francesi del pittore, convinsero i critici italiani a soffermarsi con più attenzione davanti alle sue opere.

Il consenso della critica si è fatto ancora più esplicito, allorché il pittore espone per la seconda volta alla galleria « Rotta ». Seguono per lui altre personali a Firenze, Venezia, Empoli, Viareggio.

Finito il periodo bellico, durante il quale ha trovato la morte Mario Maestrelli (1944), i pittori empolesi riuniscono i loro lavori per la prima volta nella « Mostra degli artisti Empolesi ».

Fu allestita nella sala maggiore della biblioteca comunale nel gennaio. Vi presero parte i pittori: Sineo Gemignani, Renato Alessandrini, Piero Sedoni, Pietro Tognetti, Nello Alessandrini (animatore ed organizzatore), Paolo Mazzoni, Luigi Morelli, Arturo Lensi, Adolfo Scardigli, Emilio Succi, Mario Panzani, Ghino Baragatti, Corrado Pagliai, Bruno Antonini; i pittori in questa occasione vollero che fossero esposte anche due opere di Mario Maestrelli.

1946/49

Nello Alessandrini espone ad Empoli. Sineo Gemignani collabora al restauro ed al rifacimento parziale del soffitto settecentesco della Collegiata di Empoli. Il campanile minato dai tedeschi in fuga fu fatto saltare e franò in parte sul tetto della Collegiata. I lavori erano diretti da Virgilio Carmignani. (L’affresco primario era stato terminato nel 1763 ad opera di G. Del Moro e V. Meucci e rappresentava il Trionfo di S. Andrea).

1949

Dante Vincelle muore a Firenze il 14 febbraio.

« … Ricordo le tipiche penombre azzurre, le arroventate sabbie o le trasparenti acque smeraldo, le fluttuanti tonalità, terse, brillanti e limpide come quelle dell’iride, i buoi celesti o violacei ai margini di alberaie ricche di profondi e fascinosi oltremare. L’incanto di quel suo mondo, difficilmente mi è capitato di rivedere nel percorrere poi le gallerie d’arte di tutta Italia ».

(Cfr. scritto di Sineo Gemignani in « Figure e notizie dell’ambiente artistico empolese » 1923-1963 – Dilvo Lotti 1° settembre 1964).

Cafiero Tuti allestisce dal 16 al 30 aprile una mostra personale di incisioni alla Galleria « Sandri » di Venezia.

Le incisioni di Tuti vivono di per sé, senza la nostalgia della pittura. Quando egli incide non vuole aggiungere apparenze pittoriche, ferma la fantasia nel segno e solleva il segno dal mezzo meccanico proprio per l’esclusione di artifici e non al contrario, usando gli artifici per ottenere quello che all’incisione non appartiene ».

(Cfr. Virgilio Guidi – Presentazione in Catalogo)

1950

Sineo Gemignani e Nello Alessandrini partecipano al « Premio Suzzara ». Lo stesso anno Alessandrini allestisce una personale al « Caffè Greco », centro di ritrovo di artisti e intellettuali.

« ln questi paesaggi che l’Alessandrini espone al Caffè Greco alita potente il respiro dei giorni affocati: “Estate in collina”, “Mietitura”, o la dolce malinconia velata di morbidezze di toni e di colori, “Case sul fiume”, “Paesaggio autunnale”, o la trasparenza luminosa delle rive dell’Arno. Vigorosa ed incisiva la raffigurazione della persona umana, sia nei gruppi di severa compostezza, “La famiglia del contadino”, o la espressione singola come nella deliziosa “Testa di bambina”. Poeta del colore, le caratteristiche della cui arte si riassumono in correttezza e solidità formale, armonia e diffidenza verso ogni estremismo. Ha anche molti disegni ad illustrare la sua esperienza artistica arricchita di forme in cui domina un raro e profondo senso di equilibrio ». (Cfr. Giornale d’Italia) .

Si tiene in quest’anno la mostra di pittura nei locali delle Suore Giuseppine in Via Fabiani in Empoli. La mostra ebbe risonanza regionale; parteciparono in gran parte  pittori  fiorentini.  Era  organizzata dal  Giornale  letterario-artistico-politico « Toscana Nuova », settimanale della « Rinascita Toscana ».

1951

Muore ad Empoli Nello Alessandrini.

4-28 gennaio. Viene allestita, su proposta del critico Alessandro Parronchi alla galleria « Strozzina » di Firenze la mostra retrospettiva di Mario Maestrelli.

«… Un soggetto da lui trattato è l’autoritratto. Qui, più che un narcisismo giovanile, che di fatto in Maestrelli, morto trentatreenne, potrebbe agevolmente giustificarsi, è in realtà da scorgere qualcosa di diverso e ben più interessante. Chi guardi un dipinto come “ l’Autoritratto ”, potrebbe, tenuto conto del colore, steso con senso di precisa struttura, vedere in Maestrelli un ritardatario, fermo su posizioni macchiaiole.

In sostanza la sua posizione, anche se non criticamente dichiarata, differisce naturalmente da quella dei macchiaioli e post-macchiaioli per il suo far centro sull’uomo, proprio cioè per quell’innato e gentile umanesimo che Maestrelli, insieme con altri pittori più o meno ispirati di lui, desume dall’arte contemporanea. E’ un richiamo oltre che all’uomo, alla fantasia, al suo muoversi al di là di schemi e preconcetti, quale, per i post-macchiaioli, fu quello della pittura all’aperto; quasi sempre si risolveva, anziché nell’investire i problemi figurativi, in trito descrittivismo.

Si guardino al contrario i paesaggi del Maestrelli, assente il primo piano, il paesaggio è sentito come composizione, è, come era per gli antichi, un pezzo di lontananza, sollevato dalle tonalità dell’affresco in un aura di eternità ».

(Cfr. Alessandro Parronchi: Mario Maestrelli – 1951 ) .

1953

Sineo Gemignani allestisce una mostra personale alla Galleria « F.L.O.G.» di Firenze.

1954

Cafiero Tuti espone al « Circolo Artistico » di Bologna.

« Le difficoltà delicate cui Tuti è andato incontro, così inapparenti nell’ambito sempre sereno e pacato dell’opera, la campitura lieve, l’apertura silente degli intervalli regolari di composizione,… O quella corrispondente valenza atmosferico-tonale del cielo e del capanno lì a due passi dal mare. Le rapide persuasioni impalpabili infine, del quadro riuscito alla prima… fanno di Tuti un pittore, un vero pittore, quale la mostra che è stata allestita può certamente, con più dirette e suggestivi argomenti persuadere.

(Cfr. Carlo Volpe – presentazione in catalogo. – Bologna 1954) .

Gemignani partecipa alla mostra dei « Pittori Realisti » a Pistoia. Dello stesso anno è la personale alla Galleria « Colonna » a Milano.

«…Il giovane pittore Sineo Gemignani, che espone alla « Colonna » di Via Borgogna, è un empolese. Gemignani pur essendo giovane, è un maestro della tecnica dell’affresco. I pezzi più belli che ha qui alla “Colonna” sono affreschi strappati.

…Voglio ricordare che persino il più bel pezzo di Soffici è un affresco, intitolato  “Donna recante un piatto”. E’ la prima volta che Gemignani esce dalla Toscana con una mostra personale. L’affresco non è per l’artista un espediente tecnico. E’ un mezzo per valicare la banale realtà quotidiana ed il rompere nel mondo dell’arte dove assumono una misteriosa dignità. Nell’affresco “Partigiani della pace” del 1951, le donne empolesi che portano bambini in collo hanno già superato la porta che divide il banale dall’eterno, la cronaca della storia ».

(Cfr. Raffaele De Grada – Giornale radio del 9 novembre 1954)

1956

Cafiero Tuti partecipa con notevole successo alla XXVIII « Biennale di Venezia ».

Gemignani partecipa alla mostra collettiva dei pittori fiorentini a Roma; viene inoltre invitato al « Fiorino » a Firenze.

Allestisce mostre personali a Livorno e Prato.

1957

Tiene, inoltre, una personale alla Galleria « Il Chiostro » di Siena. In quest’anno si costituisce ad Empoli il « Circolo Amatori Arti Figurative », conta una cinquantina di soci fra pittori ed amatori d’arte. Questo Circolo si prefigge come scopo principale di far conoscere a più larghi strati sociali le arti figurative. Sono molte le mostre e le iniziative che a tutt’oggi questa organizzazione ha promosso.

1958

Cafiero Tuti muore a Ravenna. Aveva scritto di lui Saverio Ciattini:

« Cafiero Tuti pittore di marine » Un confronto tra le sue cose più giovanili e quelle più recenti ci può dare la misura della strada percorsa da Tuti ed insieme farci conoscere i suoi indirizzi, il segno dei suoi felici tentativi, la sua personalità. Personali, anche se un tantino accademici i primi quadri portano il comune motivo di un colore oscuro che fa pensare a certe prime opere di Rosai e di Sironi anche se nel giovane Cafiero si scorge qualcosa di nuovo. E sarà proprio la ricerca della luce, una luminosità tutta sua, la più evidente misura della sua personalità. La dolcezza dei suoi paesaggi (questo è infatti il motivo dominante, la spina dorsale della pittura di Tuti) non è altro che il riflesso di un sentimento che oggi sembra tanto difficile a mettere a nudo. Tuti ha infatti superato lo stadio del falso pudore e ci si abbandona con confidenza che i colori riescono perfettamente a restituire. La sigla di “sentimentale” che alcuni critici, anche tra i più importanti, hanno dato alla pittura di Tuti, non è affatto una limitazione. E’ il più indovinato riconoscimento della sua onestà e della sua vocazione fedelmente corrisposta ».

(Cfr. La Nazione – 18 maggio 1956 – IV pag.).

Il 9 marzo nella sala maggiore della Biblioteca Comunale di Empoli il consiglio direttivo organizza una mostra retrospettiva dell’opera pittorica di Nello Alessandrini.

« Mi sono chiesto che cos’è a dargli la capacità di resistere all’opera demolitrice del tempo. Poi mi sono accorto che è la sua forza interiore, un preciso ordine morale oltre che cromatico a dargli la vita: il pittore è riuscito a trasferirsi nella propria creazione, con quella sincerità e quella verità che sono sempre il coefficiente più valido dell’opera d’arte ».

(Cfr. Arturo Tofanelli « Ricordo di Nello Alessandrini » una mostra retrospettiva del pittore – Empoli) .

1960

Sineo Gemignani invia i suoi lavori alla mostra dei «  Pittori figurativi e realisti » ad Alessandria.

1961

Mostra retrospettiva di Dante Vincelle. Dal 24 giugno al 9 Luglio, la mostra era allestita nelle sale dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze. Il 9 settembre in occasione del XIV Premio Letterario Pozzale, si è inaugurata nella sala maggiore della Biblioteca Comunale di Empoli, la mostra retrospettiva di Vincelle, mostra promossa dal Comitato organizzatore del « Premio ».

Amleto Rossi allestisce una mostra personale al « Circolo Amatori Arti Figurative» ad Empoli.

« Rossi, come molti di noi appartiene a quelle travagliate generazioni che con inenarrabili fatiche, dopo essere uscite indenni dalla tremenda esperienza della guerra hanno ripreso il faticoso cammino delle vie dell’arte. Le cadute, gli smarrimenti, i dubbi e le improvvise rinunce a proseguire sono sempre all’ordine del giorno. Essere maturati in un clima di romanticismi metafisici fatti da tenui sentimenti e di evanescenti plasmi ed entrare nell’ordine di idee delle navi spaziali e dei muri del suono, del calore e delle velocità supersoniche era cosa disperata. La pittura come tutte le cose aveva fatto giganteschi balzi in avanti che noi, nostro malgrado, non per negligenza, ignoravamo… Il Rossi ha superato tutti questi ostacoli, anche se non sempre è arrivato alla meta ed il gesto del riscatto, che sovrasta la statura stessa dell’uomo artista, resta e crea presupposti atti a dare nel futuro validi fermenti.

Nelle opere del Rossi non c’è niente di dilettantesco come sprovvedutamente qualche dilettante vorrebbe insinuare. Le opere del “nostro” hanno sempre un contenuto poetico fatto di sottili malinconie dai toni rosati, dagli accesi rossi, e dalle ocre calde e vitali che ci parlano della vita che rinasce nell’atto stesso della morte. Dalla gialla autunnale terra dei suoi paesaggi, già resa vetrina dai primi freddi, giunge l’eco del tiepido calore che dà ai germogli nuova vigorosa vita. Il silenzio della campagna entra nei quadri, permea l’aria, lasciando che il nostro pensiero, avido di contenuti colorici, di spazi organizzati in forme, e di liriche suggestive immagini, vi si addentri.

Vagando per le agresti vie, scomparendo dietro gruppi di fiammeggianti salici e comparendo vicino al pagliaio brunito dalla pioggia e dal sole o inerpicandosi su per la collina per immedesimarsi poi nella bruma autunnale, ci porta, nella dissolvenza delle immagini a pleiade di succose evocazioni ».

(Cfr. Sineo Gemignani – Mostra personale del pittore Amleto Rossi – Empoli 24 dicembre 1960).

In questo anno Sineo Gemignani è invitato a diverse esposizioni e premi di pittura tra i quali il  « Fiorino » di Firenze.

Dal 1962 al 1972 Gemignani partecipa a numerosi premi ed allestisce varie personali.

1963

Nel maggio di quest’anno il Circolo Amatori Arti Figurative organizza la mostra « 1935 Empoli – Firenze – Treno S.G. 4917 ». Vi figurano opere di Libero Andreotti, Felice Carena, F. Chiappelli, G. Colacicchi, Primo Conti, L. Gelli, Bruno Innocenti, Pietro Parigi, O. Rosai, M. Sironi, A. Soffici, G. Vagnetti, Lorenzo Viani… e i « discepoli del ’35 » R. Alessandrini, B. Antonini, G. Baragatti, V. Carmignani, E. Cesarini, R. Ciani, E. Faraoni, L. Fucini, S. Gemignani, F. Ghezzi, C. Lensi, O. Lensi, D. Lotti, P. Mazzoni, P. Moni, E. Montagnani, A. Romagnoli, A. Rossi, P. Sedoni ».

In nota, si fa presente da parte degli Organizzatori che « si propongono, a partire dalla prossima stagione di organizzare delle mostre retrospettive, selezionate e criticamente valide, degli artisti empolesi: Nello Alessandrini, Maestrelli, Tuti, Vincelle, presentati da cataloghi corredati da schede, notizie e riproduzioni e perseguenti l’intento preciso di valorizzare la loro arte in campo specialistico e nazionale ».

La presentazione in catalogo è di Dilvo Lotti:

I Macchiaioli; Soffici e Spadini; Parigi, Lisi, Betocchi, Bargellini ed il “Frontespizio”; gli omini ed i Vageri; Chiappelli e le riprese da Goya, Carena in fase neo-veneta; Ojetti e l’aulico classicismo, Andreotti e Vagnetti, ovvero la cultura francese del grande secolo; De Chirico e Piero della Francesca, Primo Conti ed il futurismo, cubistizzato dalla lezione secentesca; Colacicchi e la “Solaria”, con Berenson ai “Tatti”; le familiari lezioni di plastica di Innocenti e Gelli; e soprattutto il nostro ribellismo, la nostra feroce e felice carica vitale che ci riportava a seguire Van Gogh, e gli espressionisti tedeschi — è provato storicamente dai cataloghi delle mostre del tempo — con qualche anno di anticipo sui “milanesi” di “corrente” e sui futuri caposcuola del “neorealismo” ».

1965

Amleto Rossi allestisce una mostra al C.A.A.F. di Empoli, dedica questa mostra a Bagnoregio (dove insegna) ed allo Scrittore Bonaventura Tecchi.

1967

L’amministrazione Comunale di Empoli organizza una mostra retrospettiva a Cafiero Tuti. ln catalogo è presentato da Corrado Marsan.

1968

Amleto Rossi partecipa ottenendo il secondo premio alla « Prima mostra Nazionale città d’Italia » a Siena.

1969

Rossi muore ad Empoli, dove da molto tempo insegnava alla scuola media F.B. Busoni. Il 29 giugno gli viene assegnato il II Premio Nazionale « Leonardo » a Vitolini,  la  medaglia  d’oro  alla  memoria. ln  settembre,  al VI  Premio di Pittura « Cerreto Guidi », viene allestita una retrospettiva in ricordo del pittore recentemente scomparso.

1972

Muore ad Empoli, improvvisamente, Sineo Gemignani.

« …Gemignani è un artista che ha fatto della sua terra il centro della sua ispirazione. Egli si è rivolto ai contadini che lavorano la terra, che si muovono nel nitido e fermo paesaggio che si svolge intorno ad Empoli; si è rivolto agli uomini che, tra i bagliori di fuoco, faticano nelle vetrerie, ne ha studiato i volti, i sentimenti, gli antichi gesti; ed ha cercato di fissarli col segno e col colore. Questo è il suo mondo poetico. Un mondo fatto di sobria ed intensa verità umana, a cui Gemignani ha prestato una sicura ed altrettanto sobria espressione. Tale infatti è stata per lungo tempo la sua preoccupazione; trattenere le sue immagini in un ambito di severo raccoglimento, senza escandescenze cromatiche, senza violenze grafiche. E questa è una delle ragioni, forse la fondamentale, per cui egli, fra le tecniche, ha preferito quella dell’affresco. ln questa tecnica Gemignani è diventato esperto. Guardando le sue tavole si nota subito la sicurezza, l’immediatezza della sua mano; e al tempo stesso si nota la sua capacità di dare consistenza agli oggetti, alle figure, alle immagini figurative in genere. Si capisce subito che Gemignani si è innamorato di questo “mestiere”, e come il suo amore discenda da una lontana tradizione che nella sua terra ha avuto tanti esempi illustri. Le teste eseguite con questa tecnica sono le sue prove migliori, quelle in cui la visione, l’emozione e la esecuzione trovano una coincidenza severa eppure sensibile ».

(Cfr. Mario De Micheli presentazione in catalogo – Mostra personale alla Galleria « Colonna » di Milano – Ottobre 1954)

1976

Un opera di Dante Vincelle viene donata ed accettata al Museo dei Naïfs di Luzzara, dietro interessamento di Cesare Zavattini.

 

Massimo Chicca

Paolo Gaccione

 


 

Note .

Traduzione dell’articolo di André Warnod su Dante Vincelle:

Questa volta, egli (Vincelle) presenta le sue più recenti tele. Questo pittore è indipendente, e i mezzi per esprimere quello vede sono molto personali. I suoi colori sono belli, la sua composizione è vasta, la luminosità e la ricerca del dettaglio fanno pensare a Breugel il Vecchio e a Patenir. Di più, Dante Vincelle ha una grandissima qualità: è sincero.


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