Asta di Artcurial, “Old Master & XIX”, ottobre 2020
traduzione di Andreina Mancini
Maestro del 1310. Attivo a Pistoia intorno al 1300-1325
La Vergine e il Bambino
Tempera all’uovo e fondo oro su tavoletta di legno
Centro di trittico portatile
45 x 26 cm (15,75 x 10,24 pollici), con cornice originale
Spessore totale: 3 cm (1,18 pollici)
Danni e parti mancanti, vecchie ridipinture
Altezza 36 cm., larghezza 21,70 cm
Provenienza: Collezione Junyer, Barcellona
Collezione privata, Perpignan
La presenza di vecchi ganci indica chiaramente che il nostro pannello era al centro di un piccolo trittico portatile le cui ante sono scomparse.
Come indicato da E. Garrison1, la forma a capanna piuttosto grande di questo tipo di oggetto devozionale compare soprattutto in Toscana alla fine del XIII e all’inizio del XIV secolo, come è confermato dalla forma della grande ‘Maestà circondata dai sei angeli e dai donatori Paci’, conservata ad Avignone, e dalla data del 1310.
Da questa Maestà deriva l’attuale nome convenzionale del suo autore². Mentre R. Longhi lo collocò in Umbria, E. Garrison, seguito da D. Shoor, fu il primo a localizzare l’attività di questo maestro a Pistoia, allora centro artistico ai margini delle influenze giottesche di Firenze e Siena.
Questa Maestà costituisce il primo elemento fondante del corpus artistico di questo pittore di cui P. P. Donati ha redatto il catalogo e creato la “fortuna critica”, amplificate da A. De Marchi nel 19863.
Tra le opere di questa produzione citiamo tra le altre: la ‘Maestà’ del 1310 (già ad Angers, ora ad Avignone), il polittico del 1315 circa proveniente da San Francesco a Pistoia (Pistoia, Museo Civico), (Donati, fig. 10 ),
le ‘Scene della vita di una santa martire’ intorno al 1320-1330 (collezione privata) 4,
e il polittico affrescato, Pistoia, San Domenico (Donati, fig. 24).
A questo elenco dobbiamo ora aggiungere la nostra tavola pubblicata e attribuita da F. Zeri (Bologna, Fototeca Fondazione Zeri, n° 6932). La fotografia riprodotta da questo storico è quella del 1955.
All’epoca l’opera fu in gran parte ridipinta mentre attualmente appare quasi del tutto priva di queste aggiunte.
A parte il colore azzurro degli occhi della Vergine e il disegno delle arcate sopracciliari, ridipinte che sembrano non essere state rimosse, ritroviamo gli elementi fondamentali della morfologia dei personaggi di questo artista: forma del corpo stretta e rigida, espressione languida della Madonna, dal viso oblungo dalla carnagione d’alabastro, un lungo naso che sovrasta una bocca sottile orlata di bianco, piccolo mento rialzato, mani dalle lunghe dita affusolate, il tutto colpito da lievi accenti di luce.
Il Bambino dal viso grassoccio, occhi piccoli, naso rialzato, fronte ampia schiarita da precoce calvizie trova il suo riscontro in quelli della Maestà del 1310 o del polittico di Pistoia (Donati, figg. 21c, 21a).
Tuttavia, questo maestro abbandona qui il rigore e una certa aridità riscontrata nelle sue prime opere. La linea si fa più morbida nell’esecuzione del velo tenuto dal Bambino, in quella della Vergine o nei motivi ornamentali dell’aureola.
Dà prova di qualità di esecuzione, finezza decorativa, trasparenza combinate con quelle di un colorista che utilizza tenui toni di rosa antico e rosso vermiglio in contrasto con il blu intenso del mantello o il bianco delle bordure.
Tutti questi elementi tradiscono un’accresciuta sensibilità dell’artista verso lo stile gotico e consentono di collocare l’esecuzione di quest’opera alla fine del periodo noto di questo pittore, probabilmente intorno agli anni 1320-1325.
N ote
- ‘Pittura su tavola romanica italiana’, Firenze, 1949, p. 78.
- M. Laclotte, E. Moench, ‘Pittura italiana, Musée du Petit Palais, Avignon’, Parigi, 2005, n° 135, p. 127-128.
- Cfr. rispettivamente “Per la Pittura pistoiese del Trecento – I, Il maestro del 1310” in ‘Paragone’, n° 295, 1974, p. 3-26; “Il Maestro del 1310 e la fronda antigiottesca, intorno ad un Crocefisso murale”, in ‘Prospettiva’, 46, 1986, p. 53.
- G. Freuler, Mostra “Manifestatori delle cose miracolose”, Lugano, Fondazione Thyssen Bornemisza, 7 aprile-30 giugno 1991, cat. 68, pag. 184-186, ristampa.
Stima € 10.000 – € 15.000
Venduto 65.000 €