Quando un artista contemporaneo si accosta a un genio dell’Umanità non può che farlo con una sola dote: la grandezza dell’umiltà.
Giorgio Butini ha in sé il talento donato dalla vita, ereditato per nascita (il suo bisnonno era un celebre scultore, Giovanni Butini) e coltivato con studio appassionato, maestri prestigiosi e un amore infinito. “Oltre”, probabilmente, è davvero il leitmotiv della sua esistenza.
Per studiare a fondo il corpo umano ha scandagliato in ogni dettaglio i disegni di Leonardo e ha frequentato i corsi di Anatomia dell’Università di Firenze; per comprenderne e esprimerne l’anima ha coltivato la profondità di quella propria con studi filosofici e letterari.
L’energia emanata dai disegni e gli studi de “La Battaglia di Anghiari” e la plasticità emotiva di ognuno degli apostoli de “L’ultima cena” sono la fonte di ispirazione di un’opera che coglie la potenza e le sfumature espressive dell’una e dell’ altra trasferendo nella scultura quella multidimensionalità fisica e psichica che Leonardo era riuscito a costruire su due affreschi (uno dei quali irrimediabilmente perduto, nonostante il mistero permanga).
La scultura di Butini inanella ogni sentire umano uno sull’altro, ognuno su una figura, una storia, un dolore, una vita, una conquista. Era un groviglio di corpi in combattimento la battaglia di Leonardo e simboleggiava la libertas; una catena fatta di corpi e sentimenti che sorregge se stessa va ancora “oltre” perché la vita è lotta ma solo un abbraccio unico può sconfiggere la paura del futuro.
Leonardo da Vinci ha dipinto, disegnato, dato vita a molti “oltre”in tutte le sua emanazioni scientifiche, artistiche, tecniche, alcune delle quali in parte, forse, decodificate e comprese, molte altre ancora misteriose e inintellegibili, per questo sempre vive e capaci di parlare all’infinito.
In questa visione di Leonardo, Butini ha provato a rendere attraverso la potenza di un abbraccio unico che sfida ogni legge della fisica, l’”oltre”di cui può essere capace l’Umanità intera.
E ogni espressione, ogni smorfia , ogni tensione plastica, ogni singolo movimento diventa elemento essenziale di una unica armonia artistica, metafisica, umana.
Stefania De Toma