Comunicato Stampa
Chiesa di S. Ambrogio, Firenze
Anteprima del Restauro degli Affreschi di Cosimo Rosselli
nella Cappella del Miracolo
Firenze, 7 Dicembre 2016
Ore 19
Nell’antica chiesa fiorentina, dedicata a S. Ambrogio, il 30 dicembre del 1230 avvenne il Miracolo del Calice; nel 1486 Cosimo Rosselli terminò il suo affresco che raccontava la processione del popolo fiorentino, accorso per celebrare il Sacro Evento. Il restauro dell’opera, iniziato questa estate da Lidia Cinelli, con la supervisione della dott.ssa Ilaria Ciseri, grazie al contributo della Unigum SPA, verrà ultimato all’inizio del 2017 e viene presentato, in anteprima, alla città. Nel giorno dedicato a San’Ambrogio, dopo la S. Messa celebrata da Monsignor Timothy Verdon (inizio alle ore 18), si parlerà di questo importante ciclo di affreschi, staccati nel 1965 da Dino Dini e che quindi si salvarono dai danni dell’alluvione, che arrivò, devastante, anche in questa chiesa.
Cosimo Rosselli (1439-1507), fu un pittore del primo Rinascimento, che ebbe a confrontarsi con maestri di primo piano, come Sandro Botticelli, il Ghirlandaio, Il Perugino. In loro compagnia, nel 1482, si recò a Roma, per realizzare gli affreschi nella Cappella Sistina, dove più tardi Michelangelo avrebbe dipinto i suoi capolavori in pittura, le Storie della Genesi e il Giudizio Universale. Il Vasari, nelle due edizioni delle sue Vite, ci presenta Cosimo come un abile dipintore, pronto a secondare i gusti della clientela, più che come innovatore della pittura del suo tempo. Infatti nella speciale gara a cui il pontefice Sisto IV, (Francesco Della Rovere), sottopose gli artefici fiorentini al lavoro nella Sistina, risultò vincitore proprio lui, che aveva disseminato di colori sgargianti e abbellimenti dorati tutti i personaggi rappresentati.
Questa notizia, probabilmente non vera, ha accompagnato la figura di questo pittore fino ai nostri giorni, insieme a quella di non aver saputo difendere il patrimonio di famiglia dilapidato fra i lambicchi dell’Alchimia. Fu il Lorenzoni, studioso d’archivi e letterato, che riportò nel 1921 un po’ di verità nella vicenda terrena di Cosimo, dimostrando, documenti alla mano (il suo testamento ritrovato) che fu in grado di lasciare alla sua famiglia beni e sostanze di tutto rispetto. A recuperarlo come pittore ci pensò il Berenson, tenendolo sempre presente nei suoi elenchi con le attribuzioni e studiandone per primo i disegni.
Fu allievo di Neri di Bicci, che lo cita nelle sue Ricordanze, e mise ben presto bottega in proprio, lavorando per importanti famiglie fiorentine. L’importante commissione degli affreschi in Sant’Ambrogio venne in seguito ai successi romani, e la sua committente, la badessa Maria dei Barbadori, rimase talmente soddisfatta, da elargirgli un premio in denaro oltre alla somma convenuta, alla fine dei lavori. Come sempre succede, durante i restauri, l’osservazione diretta, le riprese fotografiche ravvicinate, le indagini dei restauratori, daranno vita a nuove scoperte, che gli studiosi avranno modo di conoscere e discutere in un prossimo Convegno, che si svolgerà nel corso del prossimo anno. Quando il restauro di Cosimo sarà concluso e Firenze riavrà un altro dei suoi mille tesori, da condividere con il mondo.
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