Quasi una premessa
che vuol essere una promessa
Siamo nella chiesa di Sant’Ambrogio a Firenze. Nel cuore di Firenze. La storia vive insieme alle opere d’arte, che qui son tante. Nonostante il tempo, e l’incuria degli uomini, che distruggono a poco a poco quelle che furono il vanto degli uomini e di una città intera. A sinistra, accanto all’altar maggiore, la cappella del Miracolo, dipinta da Cosimo Rosselli nel 1486, su incarico delle monache benedettine, che qui avevano la loro casa. E’ da poco iniziato il restauro dell’affresco, Lidia Cinelli ha cominciato la prima fase del suo lavoro, la pulitura della superficie pittorica. Seguiremo la restauratrice sui ponti installati nella cappella e vi racconteremo, per immagini, i risultati e le meraviglie, i dubbi e le certezze, i confronti e le difficoltà. Cercheremo di non disturbare, di esser curiosi in silenzio…
Ma di Cosimo Rosselli, questo padrone di bottega fiorentina ormai quasi dimenticato, cercheremo anche di ritrovare tutto quello che sarà possibile. La sua storia, le sue opere, sparse nei musei del mondo, cercheremo i libri. Non ha avuto una stampa amica, Cosimo, a partire da Giorgio Vasari, che ne stroncò la carriera e le opere nelle sue Vite. Dove ce lo presenta come un pittore di poco conto, super raccomandato, quasi un furbetto ante litteram. Che si approfittò dell’ignoranza in cose d’arte di un Papa, Sisto IV, per aggiudicarsi il premio del miglior pittore, con trucchi da illusionista, da doratore di superfici. Abbiamo per fortuna una monografia, per la verità unica, scritta da Edith Gabrielli nel 2007. Guida sicura in acque agitate. E abbiamo un libretto scritto da un professore, tale Antonio Lorenzoni, che nel 1921 setacciò gli archivi fiorentini e non solo, alla ricerca dei documenti. Lo fece per la felicità degli sposi, anche loro appartenenti alla famiglia Rosselli. Un regalo per gli invitati, un dono buono per accompagnare i confetti.